“Questo corpo è il mio?”

Cambiare fuori mentre cerchi di capirti dentro

Ti è mai capitato di guardarti allo specchio e pensare: “Aspetta… chi è questa persona?”
Non è una domanda banale. A volte lo specchio non restituisce un’immagine riconoscibile, o meglio: mostra qualcosa che ti disorienta, che non senti tuo, che ti confonde.

C’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui il tuo corpo ti sembrava familiare. Non perfetto, forse, ma conosciuto e adesso, ogni mattina, qualcosa è cambiato.
Forse ci si è allungati, oppure ci il corpo ha preso forme non desiderate, la pelle sembra avere vita propria, la voce cambia tono, crescono peli dove prima non c’erano. E a volte non sai nemmeno più come metterti in una foto senza sentirti… fuori posto.

E no, non è solo una questione estetica. È che dentro stai cambiando, e anche fuori. Solo che non sempre questi cambiamenti vanno di pari passo.

Ci sono giorni in cui ci si sente ancora bambini, intrappolati in un corpo che sembra troppo grande, troppo adulto. Altri in cui ti senti già adulto, ma poi ti guardi e ti pare di non essere ancora lì. È come stare “a metà strada”, un limbo, una zona grigia.

E in quella zona, può succedere di tutto. Può succedere che inizi a evitare lo specchio. Che ti cambi di corsa, sperando che nessuno ti guardi. Che scegli vestiti larghi per nascondere quello che ti mette a disagio. Che cominci a controllare ogni dettaglio, ogni centimetro, ogni difetto, reale o immaginato.

Può succedere anche che inizi a confrontarti con chiunque: sui social, a scuola, nei bagni, in palestra, ovunque. Che pensi di essere “troppo” o “non abbastanza”. Che ti arrabbi con il tuo corpo perché non si comporta come vorresti.

E sai una cosa? È normale. Non facile, non giusto, ma normale.

Quello che stai vivendo non è soltanto un cambiamento fisico, è una trasformazione, e ogni trasformazione porta con sé confusione, rifiuto, adattamento.

Crescere non significa solo “diventare grandi”. Significa anche imparare ad abitare un corpo nuovo, a farci pace, a conoscerlo, a non odiarlo nei giorni storti.

Il corpo che hai oggi non sarà lo stesso tra un anno. Né tra cinque. E non sarà mai “perfetto”.
Perché il corpo perfetto non esiste. Esiste il corpo che hai. Il tuo.
Quello che ti accompagna, che cambia con te, che ogni giorno cerca, proprio come te, di trovare un equilibrio.

E tu puoi imparare a guardarlo con più curiosità e meno giudizio. Non devi per forza amarlo ogni giorno. Nessuno ci riesce sempre, anche se molti fanno finta di sì.
Ma puoi iniziare a rispettarlo, a trattarlo come tratteresti qualcuno che sta attraversando un momento difficile: con pazienza. Con gentilezza.

Puoi smettere, lentamente, di chiedergli di essere diverso e cominciare a conoscerlo. Perché sì, quel corpo lì sei tu. Anche se ti sembra strano. Anche se cambia più in fretta di quanto riesci a capire.
È parte di te. E sta imparando, come te, a trovare il suo posto nel mondo.

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